"Ognuno di noi possiede talento innato: pochi possiedono la giusta misura di tenacia, forza ed energia, innate ed acquisite necessarie per diventare effettivamente un talentuoso; questo equivale a dire che si diventa ciò che si è: si sfoga e si esternalizza il proprio talento in opere ed azioni". (Friedrich Nietzsche)

Repubblica VIII Libro - Platone.

Quando un popolo divorato dalla sete di libertà si trova ad aver coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade che i governanti pronti ad esaudire le richieste dei sempre più esigenti sudditi vengano chiamati despoti. Accade che chi si dimostra disciplinato venga dipinto come un uomo senza carattere, un servo. Accade che il padre impaurito finisca col trattare i figli come i suoi pari e non è più rispettato, che il maestro non osi rimproverare gli scolari e che questi si faccian beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti dei vecchi e per non sembrar troppo severi i vecchi li accontentino. In tale clima di libertà, e in nome della medesima, non v'è più rispetto e riguardo per nessuno. E' in mezzo a tanta licenza, nasce, si sviluppa, una mala pianta: la tirannia.

lunedì 11 dicembre 2006

Staccare la spina..siete d'accordo?

Stacchereste la spina ad un Vostro parente, figlio, mamma o papà che vuol morire?
Vi è stato proprio pochi minuti fa il "parere positivo del pm di Roma alla richiesta di interrompere l'accanimento".

Articolo ripreso dal Corriere della sera ore 18.56 dell': 11/12/2006

ROMA - Sì all'interruzione della terapia, ma è inammissibile la parte del ricorso nel quale si chiede di ordinare ai medici, «una volta staccata la spina», di non ripristinare il trattamento in caso di sofferenza. È il parere espresso dall'ufficio affari civili della procura di Roma in relazione al caso di Piergiorgio Welby, che da domani sarà al vaglio del tribunale civile. Nell'atto di intervento predisposto dal procuratore Giovanni Ferrara e dai sostituti Salvatore Vitello e Francesca Loy si afferma: «Sotto il profilo dell' esistenza del diritto ad interrompere il trattamento terapeutico non voluto, con le modalità richieste, il ricorso è ammissibile e va accolto», ma allo stesso tempo non si può «ordinare ai medici di non ripristinare la terapia perchè trattasi di una scelta discrezionale affidata al medico».

2 commenti:

maxtraetto ha detto...

Personalmente non ho paura della morte.
Che qualcuno decida di tenermi in vita a forza, senza che io possa nemmeno alzarmi e dirgli:- Vaff.... stacca quella c..... di spina, stò soffrendo come una bestia, ecco, di questo ho paura. Ne ho paura come se corressi il rischio di essere seppellito vivo.
E' vero anche, che alcune persone, hanno raggiunto un tale equilibrio da decidere di accettare tutte le torture possibili pur di rimanere in vita.
Io, per ora, non ne sarei capace, non so se sarei in grado di aiutare chi si trova a vegetare su di un letto, spero, però, che qualcuno ne sia capace se dovesse capitare a me.
E' un grande dilemma al quale dovremo trovare una soluzione al più presto, i progressi tecnologici e scientifici stanno facendo passi enormi, l'accanimento terapeutico si sposterà sempre più in là, potranno tenerci in vita anche dopo morti.
Un abbraccio
Maxtraetto

Francy ha detto...

Per quanto mi riguarda sono pienamente daccordo nel praticare l'eutanasia. E' giusto infatti secondo me decidere di staccare la spina in un momento in cui la sofferenza arriva a sopprimere qualsiasi speranza di vita.Ognuno di noi è infatti libero di disporre della propria vita come meglio crede, e al momento in cui chiede di smettere di soffrire è giusto che gli si presti ascolto senza accanirsi in inutili e ripeto inutili polemiche, che non fanno altro che alimentare il teatrino della politica di oggi.Chiunque creda al destino sarà convinto come me che, nel momento in cui persino la scienza dice è inutile continuare a sperare, bisogerebbe procedere nel più drastico dei modi, senza avere alcuna riserva.